Gente di bar - rassegna Voglia di teatro - 11 aprile - Alessandria - recensione


Da sempre riconosciamo a luoghi particolari la peculiarità di essere spazi sociali, rifugi e occasione di confessione e sfogo. Il bar, con la sua caratteristica di posto di passaggio per alcuni e di aggregazione e chiacchiera per altri, è entrato nella coscienza collettiva come il locale per eccellenza dove parlare e dire ciò che altrove sembrerebbe improprio. Come in un teatro, al bar tutto sembra possibile e anche i personaggi più strampalati hanno una loro ragione di essere. La rassegna “Voglia di teatro” si svolge al “Fatto bene una volta”, un bar intimo, un ambiente complice di vicende che sembrano crearsi all’interno delle sue pareti per rendersi vere. “Gente di bar”, spettacolo curato da Laura Bombonato, pare nato qui e qui si inserisce perfettamente. Al bancone si accomodano personaggi dalle caratteristiche più disparate, tipi che, nella loro particolarità, incarnano difetti e debolezze di tutti noi, sviscerati in modo cinico. Tra un avventore e l’altro, la musica del sassofono di Giorgio Penotti e delle percussioni fantasiose di Gino Capogna, che creano un’atmosfera serale, degna di discorsi personali e di confidenze estreme. Un cliente disperato per amore e un barman intuitivo al limite dell’invadenza aprono la serata, seguiti dal monologo al telefono di una madre vittima della villania e della condotta dissoluta di una figlia drogata  in balia di ogni vizio. Esilarante l’interpretazione di suor Filomena da parte di Claudia Chiodi. L’ insolita cliente del nostro bar è una suora costretta alla vita conventuale, pazza della pazzia indotta dalla clausura e dalla repressione di ogni istinto femminile. Tutto ciò che le viene negato riemerge prepotentemente in forme abnormi e viene identificato nel nemico per eccellenza: satana e la sua lussuria che si impossessa di lei rendendola indemoniata. Il passaggio della protagonista da attimi di angelica dolcezza ad altri di sfrenato desiderio erotico è stato il momento più comico e godibile della serata, costellata di episodi cinici eppure credibili perché umani.

Impietosa ma molto verosimile, infine, la signora snob che finge empatia per mendicanti e profughi, per poi rivelare il più totale distacco emotivo per le disgrazie altrui e un egoismo addirittura solipsistico volto a sinecure innalzate a rango di problemi personali superiori a quelli altrui di sopravvivenza.

Dunque un ambiente laddove la distanza tra attori e pubblico è annullata, un luogo reale che si presenta per quello che è e dove la finzione si fonde con la quotidianità. Questo l’intento dell’intera rassegna “Voglia di teatro” ideata da Laura Bombonato e il gradimento tangibile che ha suscitato ne ha decretato il successo. Aspettiamo i prossimi giovedì.

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