Il mistero dei tarocchi - 23 luglio Cittadella di Alessandria - recensione

I tarocchi hanno natura propria, sono arcani che significano tutto e il contrario di tutto, suggeriscono strade divergenti e vengono immortalati in iconografie  decifrabili da iniziati.  “Il mistero dei tarocchi” è uno spettacolo che si struttura in tanti momenti diversi tra loro, interpretati ognuno da un attore che rappresenta una carta, in una propria scenografia disegnata da Luzzati, autore anche del mazzo di tarocchi che, come stendardi, vengono sorretti nella sfilata iniziale dai protagonisti stessi.  L’itinerario è libero e introdotto dal Bagatto, il primo arcano, un mago- imbonitore che, con fare bonario e allusivo , rivela la chiave di lettura essenziale del percorso iniziatico: “qui nulla è certo, nulla è chiaro”.  L’ambivalenza, il lato oscuro e la duplicità sono il trait d’union che uniscono i tarocchi viventi, talvolta prigionieri di un destino, sebbene animati da una vocazione contraria. Così La Giustizia si sente colpevole e invoca un altro tempo in cui trionfare, Il Diavolo accusa la stanchezza dell’obbligo del male e Il Papa rinnega la sua vocazione paterna nei confronti dei credenti, in una situazione di potenza-impotenza che non gli ha concesso di generare una prole. Ogni arcano è se stesso e il suo opposto, la purezza del concetto personificato e la negazione che porta all’incertezza e all’inquietudine. Come in ogni lettura esoterica dei tarocchi, nulla è definito, ma tutto è in balia dell’interpretazione e del caso che donano alla divinazione significati aggiunti. Il linguaggio è spesso prezioso, arricchito da una ricerca filologica e da citazioni erudite. L’Imperatrice si presenta come madre ribadendo, attraverso la matrice linguistica madre-mare-ruo-rom (luogo dove c’è acqua) , l’essenza femminile del suo personaggio, fautore di vita come il principio acquatico da cui tutto si genera.  Così L’angelo, rappresentante il giudizio, attinge al “Giudizio universale” del Belli, tingendo un testo dissacrante con una connotazione inquietante e un monito sussurrato e sinistro. Le Stelle cita Orlando di Virginia Woolf, che, dopo essersi addormentato sotto una cupola di stelle, si risveglia donna. Ancora un principio e il suo contrario, questa volta nella rievocazione di un classico della letteratura che fa dell’ambiguità la forza dell’arte e dell’espressione.  Anche i tarocchi che si presentano con parti musicali raccontano sfaccettature di sé, come La Luna, protagonista di molteplici canzoni e capace di proporle in una soluzione di continuità, che appare degna di rappresentare ogni stato d’animo da essa suggerito in ogni tempo.
Tutto e nulla, il prevedibile e l’imprevedibile, come Gli Amanti che non sono due, ma tre. Dall’ermafrodito primigenio, perfezione originaria che da rebis si scinde in due, deriva il tre, il numero senza il quale la coppia non esiste, come non esiste la completezza in nessuna apparenza.
La forza dello spettacolo non si limita ai testi e alla bravura di ben 22 attori, ma anche alla scelta di un luogo come la Cittadella che aggiunge inquietudine e suggestione ad un itinerario che colpisce mente e sensi. La maggior parte delle stazioni è collocata all’interno di un bastione che si dirama in gallerie e nicchie, nella penombra che enfatizza le frasi sussurrate e con l’acustica rimbombante che accentua i passi gridati.
Una parata e un balletto finale dal sapore antico, sulle note della canzone dei tarocchi di Gian Piero Alloisio, terminano uno spettacolo intenso e ricco di contenuti, su cui molto si potrebbe ancora dire, perché il messaggio ambivalente e il gioco delle contraddizioni porta lo spettatore a letture stratificate, al divertimento o allo stupore di fronte alla condanna ad un ruolo perenne senza scampo. L’eterno e l’effimero coesistono come la letteratura e lo scherzo, la musica e la filastrocca, in un unicum che raccoglie le possibili antinomie. Su tutto le scenografie e gli splendidi costumi di Luzzati concretizzano di fronte allo spettatore gli arcani che prendono vita in un tempo sospeso ed infinito.

Uno spettacolo di enorme fascino da non perdere assolutamente. 
Nicoletta Cavanna

POST RECENTI