"Sepolti vivi- memorie dalla miniera" - sabato 22 e domenica 23 marzo - Casale Monferrato - recensione

Sabato 22 marzo all'Auditorium Santa Chiara, nell'ambito della rassegna teatrale I Crepuscoli, la Compagnia degli evasi di Castelnuovo Magra ha presentato "Sepolti vivi - memorie dalla miniera", liberamente ispirato a "Le miniere di lignite della piana di Luni" di Giuseppe Passarino. Un tema non semplice e ben documentato svolto in chiave appassionante e accorata. Lo spettacolo sarà replicato domenica 23 marzo alle ore 16.

La recensione su teatro.org al seguente link:
http://www.teatro.org/spettacoli/auditorium_santa_chiara/sepolti_vivi_4608_9609#recens

da teatro.org:

La recensione di Nicoletta Cavanna

Una storia di lavoro, fatica e dignità
Sepolti vivi è una storia vera, che abbraccia un periodo che va dal '36 al '53, nella Piana di Luni, zona di estrazione della lignite, un carbone di seconda qualità.

La miniera è la vita per gli abitanti della zona ed è una condanna al lavoro estenuante, condotto senza alcuna tutela per la salute e l'incolumità. Gli incidenti e le esplosioni sono la regola in un contesto laddove l'ottica è solo quella del profitto e dove il consolidamento delle gallerie viene considerato una perdita di tempo e denaro.

Il regista Luca Bettocchi sceglie di mettere in scena una storia che attraversa un lasso di tempo lungo e storicamente omplesso con un narratore (Francesco Petacco), che collega i fatti al filo del tempo e delle vicende storiche. Marco Balmaed Elena Mele sono Renzo e Angela, un minatore e sua moglie, una famiglia che vive in modo indiretto decisioni economiche prese altrove e che tenta di vivere poveramente, ma mantenendo la dignità di chi si comporta con onestà. Sono persone realmente esistite, la loro è una storia intima che assume il respiro dell'epopea, perché Renzo è stato uno dei minatori "sepolti vivi" , che hanno resistito chiusi in miniera a lavorare incessantemente per 18 giorni nella protesta del '53, per tentare di scongiurare la chiusura della miniera da poco data finalmente loro in gestione.
Il ritmo dello spettacolo è scandito dal narratore, che inquadra i fatti e le scene che si susseguono, partecipando ai dialoghi e cambiando ruolo per interpretare ora un minatore, ora l'ingegnere minerario al fianco dei lavoratori in lotta. Tre interpreti per una vicenda corale dagli accenti eroici. La dignità e la lotta in nome dell'amore per le proprie famiglie si riassume nelle lettere scambiate da Renzo e Angela durante i giorni di reclusione nelle viscere della terra. Sono lettere semplici, lette all'unisono e, a tratti, in modo alternato da entrambi, ad indicare l'unione delle loro anime e la comune forte convinzione dell'onestà delle loro azioni.

L'epilogo riassume il motivo per cui gli Evasi hanno scelto di mettere in scena questo episodio di un passato relativamente recente, sebbene già dimenticato: "per non dimenticare la parte nobile dell'esistenza, quella che non muore mai".

Ottima la resa su scena dello svolgersi dei fatti nel passare del tempo e ottima l'interazione dei protagonisti con il narratore, in un continuum che vede il passaggio senza soste dal racconto alla vita, con la sovrapposizione naturale dei due piani. Marco Balma ed Elena Mele sono credibili e semplici, privi di ogni retorica, nell'interpretare la fatica e la nobiltà d'animo che non si consuma neppure nelle condizioni di vita più difficili. Molto bella la scenografia essenziale che permette, in un'unità di tempo e di luogo, lo svolgersi contemporaneo di azioni diverse. La miniera, da un lato, è rappresentata con l'impalcatura di una galleria, mentre, dall'altro lato, un tavolo con due sedie e poco altro sono la casa di Renzo e Angela, luogo di riposo e consolazione. La penombra accompagna i gesti nella miniera, illuminata da una luce rossa durante gli incendi causati dal ristagno del grisou, gas non dissipato a causa della scarsa ventilazione.

Un testo bello e impegnativo che ha il merito di scorrere in modo lieve e di parlare di valori per i quali è giusto combattere in ogni tempo.

Visto il 22/03/2014 a Casale Monferrato (Al) Teatro: Auditorium Santa Chiara
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Voto: Voto del Redattore: Nicoletta Cavanna

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